Cosa sono le loot boxes, ovvero come rompere le scatole nei videogames

da | Ago 17, 2021 | Gaming Disorder, News

In questi anni si è sentito spesso parlare di loot boxes e scatole premio all’interno dei videogiochi, soprattutto legando questi oggetti al delicato tema della dipendenza e del gioco d’azzardo. Ma cosa sono le loot boxes nello specifico e perché suscitano tanto interesse?
Nell’universo del gaming online, le loot boxes sono dei contenitori virtuali (casse, buste, forzieri…) che contengono premi casuali con i quali il giocatore può migliorare la propria esperienza di gioco. Per esempio, in FIFA, si può scegliere di acquistare delle “bustine” dove si possono trovare all’interno alcuni dei nostri campioni preferiti da schierare in campo (similmente a quello che accade con le figurine Panini), mentre in League of Legends è possibile acquistare degli scrigni dove si possono trovare delle skin, ovvero aspetti puramente estetici per il proprio eroe che non influiscono in alcun modo sull’andamento del gioco.

Un esempio di skin: il personaggio e le sue abilità sono uguali, quello che cambia è solamente l’aspetto esteriore.

In altri giochi, sono disponibili loot boxes che procurano vantaggi per proseguire il gioco, ad esempio armi più forti, oggetti rari o punti extra per potenziare il proprio personaggio, permettendo al giocatore di progredire più velocemente di quanto non accadrebbe solamente giocando. A differenza delle famose “scatole da rompere” che si trovano in giochi come Mario Kart o Crash Bandicoot, o dei bauli che si trovano durante il corso del gioco in molti videogame perché integrati nel percorso, le loot boxes devono essere solitamente acquistate con la “valuta” del gioco.
Queste monete virtuali solitamente si possono ottenere giocando, ma la strada più semplice per ottenerne tante in poco tempo è sicuramente convertire i propri soldi (reali). Una volta “inseriti” i soldi nel gioco, l’utente potrà in qualsiasi momento scegliere di comprare un forziere misterioso a fronte di una spesa molto piccola sperando di trovare al suo interno quella particolare arma, potenzialità, caratteristica che cerca, senza però avere la garanzia che questo succeda. Il giocatore quindi non ha modo di sapere quale sia il premio contenuto nella loot box prima di averne pagato il prezzo (monetario) per aprirla: l’acquisto avviene al buio, da parte di un giocatore che ha la speranza, ma non la certezza, di trovarvi il vantaggio o il miglioramento desiderato. È proprio per la prevalenza della componente della fortuna su quella dell’abilità, che le loot boxes sono anche state definite come “giochi d’azzardo virtuali” basati su microtransazioni che prevedono l’acquisto di beni (virtuali) tramite il pagamento di una piccola quantità di moneta (reale).

Pagina di acquisto delle loot boxes in Overwatch con i prezzi dei relativi pacchetti

Anche se per il singolo giocatore o la singola giocatrice gli acquisti-nel-gioco possono non incidere a livello finanziario, per l’industria videoludica, invece, la somma raccolta è enorme, soprattutto nel settore di giochi per smartphone.
Quello che ha indotto ad associare le loot boxes al gioco d’azzardo è, in particolare, il pagamento necessario al loro acquisto e alla loro apertura: come per i giochi d’azzardo tradizionali (es. le slot machines), anche per le loot boxes viene speso denaro reale per sperare di trovare nel forziere un premio di valore. E come per il gioco d’azzardo, le preoccupazioni maggiori riguardano il gran numero di ragazzi e bambini coinvolti da questo meccanismo, che è caratterizzato dall’affidarsi al denaro ed alla fortuna per cercare di “essere migliori” degli altri. È questo che unisce l’azzardo alle loot boxes: l’attivazione di un comportamento che anziché far leva sull’accrescimento delle proprie abilità personali, innesca una modalità di funzionamento che rischia di mettere le basi per futuri “giocatori d’azzardo”.
È anche vero che non tutte le loot boxes sono uguali: esistono giochi in cui le loot boxes sono gratuite, ed inoltre deve essere ricordato che in ogni caso garantiscono sempre una vincita, anche se non è quella desiderata. È proprio il fattore dell’imprevedibilità, simile a quello del gioco d’azzardo, che porta questi elementi al centro di tanto controversie. Usando un’analogia un po’ forzata, sebbene sia vero che quanto quando scarto un regalo di Natale sono felice perché è pur sempre un dono, la mia gioia sarà maggiore se dentro il pacchetto trovo quello che desideravo; e, se non lo trovo, spero sempre che sia nel pacchetto successivo. Ma al contrario dei regali di Natale, che sono limitati e che non compro personalmente, le loot boxes saranno sempre a mia disposizione finché avrò i soldi per acquistarle.

Per questo, nel 2018, il Gaming Regulators’ European Forum (Gref) ha pubblicato una “dichiarazione” con la quale gli Stati partecipanti hanno espresso la loro comune preoccupazione nei confronti delle microtransazioni di gioco che si pongono al limite con il gioco d’azzardo, e si sono impegnati a lavorare insieme per analizzare le caratteristiche dei videogiochi che utilizzano le loot boxes e verificare l’applicabilità delle legislazioni nazionali sul gioco d’azzardo.
Il Gref ha, in particolare, sottolineato che la regolamentazione delle loot boxes come attività di gioco d’azzardo dipende dalla definizione di gioco d’azzardo adottata a livello nazionale e che, quindi, ogni Paese deve agire autonomamente secondo la propria legislazione valutando individualmente ogni videogioco. Per esempio, nel 2018, il Belgio ha classificato alcune forme di loot boxes come gioco d’azzardo e le hanno assoggettate alle leggi regolanti le lotterie e le slot machine, ordinandone la rimozione da alcuni videogiochi di punta. Sulla stessa linea, nel 2019, la Gran Bretagna ha classificato le loot boxes come “contenuto non adatto ai minori” e raccomandato una regolamentazione che le equipari al gioco d’azzardo.
Al contrario, nel 2018 la Germania e la Francia hanno stabilito che le loot boxes non possono essere classificate come attività di gioco d’azzardo secondo le rispettive leggi nazionali vigenti, evidenziando tuttavia la necessità di approfondire ulteriormente le caratteristiche che hanno in comune.
Come molti altri Paesi, l’Italia non ha ancora adottato una normativa dedicata specificamente alle loot boxes. Ad oggi, manca una regolamentazione coordinata a livello internazionale.
Ecco quindi che, nonostante le affinità, ovvero il pagamento di una piccola somma per “scommettere” di trovare il premio desiderato, la qualificazione delle loot boxes come gioco d’azzardo rimane dubbia anche a livello legale.
Sia chiaro, non che siano il male assoluto, ma è giusto che sopratutto i genitori sappiano di cosa si tratta, sopratutto quando si deve decidere se regalare ai propri figli del denaro per fare “acquisti virtuali”. Per usare l’analogia precedente, non c’è niente di male nel regalare un pacchetto in più per Natale, anche se non tangibile e scartabile solo online. L’importante è essere consapevoli di cosa stiamo acquistando e di non cadere in circoli viziosi che potrebbero essere dannosi non solo per il portafoglio, ma sopratutto per la salute.
Il consiglio rimane sempre lo stesso: parlate con i vostri figli, ascoltateli e sosteneteli cercando di guidarli su come ci si deve comportare quando si incontrano contenuti o fenomeni che presentano dei rischio, ma senza privarli dell’opportunità di fare nuove esperienze. Per tenere le transazioni effettuate sotto controllo è sufficiente utilizzare carte prepagate con importi modesti, oppure ricorrere alle gift card che si trovano in molti negozio di elettronica ed online dove l’importo speso è fisso.
Inoltre, si possono usare queste loro passioni per incrementare la gestione e la ripartizione del denaro, capacità essenziali che bambini e giovani devono acquisire durante il loro sviluppo, dando per esempio ai propri figli la responsabilità della gestione di un budget proprio. Ad esempio, nel modello svizzero del salario giovanile, è possibile già dai 12 anni impostare delle regole in modo che i figli gestendo il loro budget imparino a fare distinzione tra desideri consumistici e acquisti necessari.

Condividi su:

Categorie

Segui

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *